"Frattura il volto a botte alla ex", presunta vittima "ricercata"
Il gip aveva ordinato l'accompagnamento coattivo per ascoltarla durante l'incidente probatorio ma non si trova
Calci, pugni e denunce. Poi la rappacificazione e la decisione di non venire a testimoniare. Solo che è un obbligo di legge e il giudice dispone l’accompagnamento coattivo. Anche oggi, per la seconda volta, l’udienza è saltata. La donna non è stata rintracciata dalle forze dell’ordine che l’hanno cercata nei suoi domicili. Il gip Alessandra Vella ha rinviato l’incidente probatorio, fissato per acquisire la sua audizione e cristallizzare la prova, disponendo nuove ricerche. Un nuovo tentativo sarà fatto il 24 ottobre.
Si rappacifica e non viene a testimoniare
Protagonista della vicenda giudiziaria è F.V., licatese di 25 anni. Il giovane, difeso dall’avvocato Giuseppe Lauricella, è indagato per maltrattamenti e lesioni personali ai danni dell’ex compagna che riportò anche la frattura delle ossa nasali. A denunciarlo era stata proprio la donna di un anno più grande.
I presunti maltrattamenti sarebbero avvenuti, a Palma di Montechiaro, dove la coppia conviveva, dal giugno del 2016 all’aprile dell’anno scorso. La ragazza ha denunciato di essere stata oggetto di ripetute e gravi violenze fisiche e psicologiche. L’inchiesta è coordinata dal pubblico ministero Gloria Andreoli che ha chiesto al gip Alessandra Vella di procedere all’audizione della presunta vittima nelle forme dell’incidente probatorio in modo da cristallizzare la prova e delineare meglio i contenuti della vicenda in vista di un eventuale processo.
La donna, convocata dal giudice con la polizia, in un primo momento non si è presentata per testimoniare. Dietro la scelta, secondo quanto viene ipotizzato, ci sarebbe la decisione di riallacciare una relazione con l’uomo che l’avrebbe picchiata ma i reati contestati sono perseguibili d’ufficio, tanto che l’inchiesta è stata avviata senza una vera e propria querela. Di conseguenza la testimonianza resta un obbligo e il gip aveva disposto, per questa mattina, l’accompagnamento coattivo in tribunale: in sostanza la ragazza doveva essere prelevata dalla sua abitazione dalla polizia e accompagnata in aula. Nonostante il tentativo, però, non è stato possibile rintracciarla. L’inchiesta nasce dopo un intervento della polizia, avvisata da alcuni vicini che sentivano le grida di dolore della donna, nell’abitazione dove la coppia conviveva.