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Ato idrico, Cittadinanzattiva: "Applicare la legge per abbassare le tariffe"

Lo chiedono Maria Grazia Cimino e Salvatore Licata, che sollecitano i sindaci agrigentini: "Ci sono degli ostacoli che ne impediscono l’attuazione?"

“I sindaci agrigentini, pur non avendo più alibi, non sollecitano i loro colleghi, che sono al vertice dell’Ato idrico, a procedere con celerità nell’applicazione della legge regionale sulla ripubblicizzazione del servizio, e se invece sollecitano, non se ne vedono gli effetti pratici”. A sostenerlo sono Maria Grazia Cimino e Salvatore Licata di Cittadinanzattiva di Licata.

“Ci sono degli ostacoli che ne impediscono l’attuazione? Se ci sono – aggiunge Cittadinanzattiva -, quali sono? Ci sono delle convenienze o degli interessi a che tutto rimanga così come è oggi? L’unico ad avere questa convenienza è lo stesso gestore. Se questi impedimenti esistono, lo si dica chiaramente e che la popolazione sappia, se così è”.

“Dal 5 maggio scorso – aggiungono Cimino e Licata - abbiamo il nuovo vertice dell’Ati idrico, e successivamente è stato eletto il direttivo, ma sono trascorsi oltre sei mesi e ci sembrano troppi per predisporre gli atti della costituzione della Commissione tecnica, per l’esame dell’operato del gestore e per vedere se è possibile trovare la strada per calmierare le tariffe ad oggi in vigore che, unanimemente, vengono riconosciute esose. È la nuova legge regionale che lo prevede, non è il capriccio di un cittadino esasperato ed i sindaci hanno il dovere – conclude Cittadinanzattiva - di rappresentare i disagi e le sofferenze dei loro cittadini, e trovare ad essi soluzioni e vie d’uscita”. 

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