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Venerdì, 29 Marzo 2024
Licata Licata

Coronavirus, gli "angeli" del pronto soccorso premiati: un ristorante invia le pizze gratis

Non solo ristoratori solidali, ma anche chef stellati pronti a mettersi a disposizione della popolazione

L’emergenza Coronavirus ha fatto partire una catena solidale importante. Una rinomata pizzeria di Licata, a sorpresa, ha fatto recapitare delle pizze al pronto soccorso dell’ospedale “San Giacomo d’Altopasso”. Le pizze sono state gentilmente offerte dai gestori della pizzeria.

"Abbiamo deciso di resistere e di offrire il nostro servizio a domicilio, sette giorni su sette. La nostra prima consegna di ieri sera non poteva che essere per loro, abbiamo deciso di presentarci al pronto soccorso dell'ospedale di Licata per portare ai ragazzi del 118 quattro pizze per rendere più 'gustosa' la loro notte. Loro - spiega Giuseppe Patti -  non possono restare  e noi abbiamo deciso di essere accanto a loro.Lo faremo ogni sera per tutto questo strano periodo in cui saremo costretti a lavorare a ritmi ridottissimi, portando le pizze a chi dovrà prendersi cura della nostra salute e della nostra sicurezza". Nei prossimi giorni ha fatto sapere Giuseppe Patti, pizze anche per le forze dell'ordine. 

Non solo ristoratori, ma anche chef. Sempre a Licata, a mettersi a disposizione, è stato anche Pino Cuttaia. Lo chef stellato ha voluto lanciare un appello. "Ho fatto il pane - racconta Pino Cuttaia -  l’essenza della nostra alimentazione e l’ho portato alla mia famiglia, ai miei amici. L’ho fatto perché il pane è il simbolo del sostentamento e possibilità del nostro stare insieme, è famiglia, è sacralità. Nei racconti di mia nonna, nei suoi ricordi, il pane è sempre stato un privilegio. Avere legna, avere fuoco, avere grano durante la guerra era segno quasi di nobiltà, di benessere rispetto a chi non aveva di che sfamarsi. Mia nonna ha campato la famiglia preparando il pane. Ha nutrito i suoi figli con quella legna e quel fuoco, è diventata uomo per poter essere donna e madre, per poter accudire e sostentare: “io mi sono bruciata davanti al fuoco”, mi diceva spesso. E non ho mai trovato espressione più toccante per esprimere il valore dell’amore nel sacrificio lungo una vita. Per questo ieri ho fatto il pane, per questo oggi lo farò. Perché è il simbolo della speranza e della cura nel nostro tempo, è il gesto sacrale per unire le persone nella nostra “guerra”. Quella in cui un virus ha preso il posto simbolico dei bombardamenti, quella per cui le regole di sicurezza che ci vedono bloccati in questa sospensione inusuale ci sta regalando un tempo nuovo e fortuito, uno spazio da vivificare, una occasione per ritrovare abitudini e affetti da vivere con altra consapevolezza, lontani dalla fretta quotidiana delle nostre normalità". Pino Cuttaia è pronto a donare il pane a chiunque ne avesse bisogno.

"Io - dice il cuoco stellato - non posso entrare in pronto soccorso per rendermi utile. Posso però mettere le mie competenze al servizio delle persone, posso alleggerire il peso dei disagi rendendo conviviale il loro cibo, felice la loro tavola. Come il gesto di un cuoco può rendere speciale una domenica, così da oggi come cuoco stellato voglio rendere speciale i giorni delle persone, mettendo a disposizione le mie mani. Mia nonna mi ha insegnato che il vero lusso non è avere, ma donare. E donare cibo è il gesto più materno che io conosca". 

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