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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Licata Licata

Casa popolare occupata abusivamente, 5 anni di carte bollate e pareri per decidere chi deve effettuare lo sgombero

L'ordinanza, adesso, è stata firmata dal Municipio e sono stati dati 30 giorni di tempo alla donna che ha vissuto in quell'alloggio per lasciarlo definitivamente

La prima ordinanza di sgombero, effettuata dal Comune, per un alloggio popolare abusivamente occupato risale nientemeno che al 28 agosto del 2012. L'ultimo atto di sgombero - sempre per lo stesso appartamento di via Monfalcone - è dello scorso 10 ottobre. In mezzo, oltre cinque anni di carte bollate, richieste di pareri e incontri all'assessorato regionale alle Infrastrutture: interlocuzioni, appunto, fra il Municipio di Licata e l'Istituto autonomo case popolari su chi effettivamente dovesse effettuare lo sgombero. Perché nell'ottobre del 2013, è stata confermata la competenza dell'Iacp all'emanazione del provvedimento di sgombero.  

Nel novembre del 2015, poi l'assessorato regionale alle Infrastrutture e Mobilità invitava il Comune di Licata ad uniformarsi al parere dell'Avvocatura di Stato di Caltanissetta e dunque al seguente disposto normativo: "l'ordinanza e lo sgombero devono essere effettuati dall'ente comunale a prescindere che i soggetti che occupano abusivamente l'alloggio siano stati censiti o meno".   

Il Comune voleva però "procedere in tempi brevi all'assegnazione dello stesso alloggio all'avente titolo, mediante lo scorrimento della graduatoria generale". Nel giugno del 2015, l'Iacp rappresentava, però, al Comune di Licata "la necessità che il Municipio richiedesse all'Iacp la preventiva disponibilità dell'alloggio di assegnare, in merito alla sussistenza di idonee condizioni igieniche e abitative". Posizione ribadita, dallo Iacp, anche nel luglio di quest'anno. Al palazzo di città di Licata non hanno  potuto far altro che prenderne atto: quell'alloggio non si potrà riassegnare, non senza un preventivo sopralluogo dell'Iacp di Agrigento. 

Cinque anni dopo il primo provvedimento, dunque, - chiarite tutte le posizioni - il Comune ha firmato l'ordinanza di sgombero dell'alloggio abusivamente occupato. E alla donna che vi risiede sono stati dati 30 giorni, avvisandola che, qualora non adempisse spontaneamente, si procederà con lo sgombero coattivo, anche mediante l'effrazione della porta di ingresso. 

Ad essere incaricata di accertare e comunicare, all'Iacp e al Comune, l'ottemperanza o meno del provvedimento è stata la polizia municipale che coordinerà, in caso di mancato sgombero, tutte le operazioni coatte.    

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