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"Aggiustò processo comprando testimone", parte appello per l'ex sindaco

L'avvocato Angelo Balsamo, in primo grado, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione

Riparte in appello il processo a carico dell’avvocato Angelo Balsamo, all’epoca dei fatti sindaco di Licata, accusato di avere truccato una testimonianza per fare vincere una causa a una cliente. I difensori, gli avvocati Lillo Fiorello e Antonino Gagliano, hanno chiesto di sentire nuovi testi. I giudici della Corte di appello, ieri, dopo avere sentito le parti, non si sono pronunciati ma hanno deciso un rinvio al 17 aprile. Se le richieste istruttorie dovessero essere rigettate daranno la parola al sostituto procuratore generale per la requisitoria. I giudici della seconda sezione penale, presieduta da Luisa Turco, il 16 novembre del 2016 lo hanno condannato a due anni e sei mesi di reclusione per l’accusa di falsa testimonianza.

Tre anni e sei mesi, invece, sono stati inflitti a Francesca Bonsignore, 58 anni, che sarebbe stata ingaggiata con 200 euro per mentire in udienza raccontando una falsa versione dei fatti per fare vincere la causa alla cliente di Balsamo e per questo riconosciuta colpevole di falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari. Un anno di reclusione per Carmelo Malfitano, 57 anni, accusato di favoreggiamento perché avrebbe tentato di intervenire con la cliente di Balsamo, Mary Ann Casaccio, 44 anni (difesa dall’avvocato Leonardo Marino), per sanare il contrasto col suo legale. Le condanne decise dal tribunale erano più lievi – in particolare quella di Balsamo – rispetto alle richieste del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e del pubblico ministero Salvatore Vella perché per alcuni capi di imputazione era stata decisa l’assoluzione.

Sette anni e sei mesi di reclusione era la richiesta di condanna per il principale imputato che il 13 gennaio del 2014, quando era sindaco di Licata, finì agli arresti domiciliari. Cinque anni di reclusione, invece, era la proposta di pena per Francesca Bonsignore, che sarebbe stata ingaggiata con 200 euro "per raccontare una versione dei fatti completamente falsa e far vincere la causa alla cliente di Balsamo che ottenne il risarcimento per i danni di un incidente stradale commesso, invece, dal figlio che - avevano detto i pm - con lo scooter aveva invaso la corsia di marcia opposta venendo investito da un'auto”. 

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